“Si piangono le labbra assenti di tutte le belle passanti che non siamo riusciti a trattenere.”
Così recitava una poesia di Antoine Pol e trasformata in chanson dal grande Georges Brassens, in seguito interpretata in italiano dall’eterno Faber.
Antoine Pol non si era accorto di aver dedicato questi versi alle scene quotidiane della vita, girate nei luoghi non-luoghi della nostra esistenza.
Il poeta osservava attentamente i percorsi e i volti dei viandanti, attori inconsapevoli, fantasticando sulla loro storia e sul loro animo.
Entrando nelle dimensioni dei non-luoghi, diventiamo appunto interpreti di film senza regia in scenografie teatrali stabili e mutevoli nello stesso tempo.
Possiamo metterci, come faceva il poeta francese, dalla parte dello spettatore, e assisteremo al più grande spettacolo del mondo senza pagare il biglietto.
Osserveremo forme e architetture piene di simboli intersecanti l’universo e lo spirito umano riflessi negli occhi dei passanti , nostri protagonisti di storie ancora da scrivere.
ANTICIPAZIONI
Fine 5^ parte
Leggilo su Omero:
http://omero.it/rivista.php?itemid=5092
Ascolti
Georges Brassens – Les passantes
UNIDENTIFIED SOUND PROJECT: HOPELESS
Pingback: UTOPIA DEL NONLUOGO 7 | Alex Torrelli Pictures and Notes·